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Pubblicavo i miei scatti e molti appasionati di fotografia hanno iniziato a se-
guirmi sui social. Nel 2010 ho conosciuto Donatella Coiro che oltre a essere
la modella ideale per il mio stile è diventata anche mia socia nel progetto
che attualmente stiamo portando avanti con i workshop e la scuola di foto-
grafia. Inizialmente tenevamo un paio di appuntamenti al mese, poi alla fine
del 2014 siamo diventati un’associazione, entrando a far parte della pro loco
di San Pietro in Cariano, in provincia di Verona. Adesso organizziamo corsi
di fotografia e workshop durante tutto l’anno, in diverse location, da Venezia,
dove abbiamo tenuto dei corsi sulla fotografia notturna, fino all’Etna, sulla
piana dei dammusi del 1600.
Oggi RFphotogroup conta già oltre 750
iscritti. Raccontaci come sono strutturati
gli incontri?
Teniamo sia workshop a carattere didattico, in cui spieghiamo l’uso corretto
del flash, l’incidenza della luce o gli schemi di illuminazione in sala posa, sia
incontri professionali, ad esempio dedicati al nudo artistico figurativo, tesi
alla ricerca dei flussi di luce sul corpo, oltre alle interpretazioni in chiave
glamour, ma sempre molto soft, senza accenni all’erotismo. Ultimamente
il boudoir sta prendendo sempre più piede. Durante i workshop dedichiamo
un’ora circa alla teoria e un paio d’ore alla parte pratica. Partiamo dalla
progettazione del set. In genere insegno a
preparare il set programmandolo prima sul-
la carta. Quando affrontiamo il nudo artistico
cerco di far recepire le geometrie del corpo
modellato dalla luce. Mi piace sottolineare
che molti scatti effettuati dai nostri corsisti
durante i workshop sono stati premiati in
concorsi fotografici.
Hai partner tecnologici
che ti supportano nelle
tue attività?
Non ne ho mai cercati, anche se al momen-
to sono in contatto con alcuni brand che mi
hanno chiesto di testare le loro attrezzature
e immagino che questo percorso porterà
qualcosa di positivo per il futuro. Fino ad
ora il sostegno più significativo l’ho ricevuto
dalla pro loco della mia cittadina che accor-
pando la nostra associazione ci ha dato in gestione ampi locali attrezzati
per gestire in maniera professionale la sala posa e i workshop. Contiamo di
costruire le basi per una vera e propria scuola di fotografia.
Quanto conta l’illuminazione nelle foto di
nudo?
Tantissimo. Nel nudo artistico il flash è basilare, di solito ne uso tre e non
lavoro mai con la luce continua. Quando faccio glamour preferisco la luce
ambiente e adopero i pannelli riflettenti. Adoro il bianco e nero e spesso
applico il filtro rosso, verde o giallo direttamente in macchina.
Che valore dai all’interazione tra fotografo
e modella?
Ci vuole intesa. Il rapporto va visto come quello che c’è tra il regista e l’attrice
principale di una scena. La modella deve saper recitare con il corpo e con lo
sguardo, deve recepire le intenzioni del fotografo ed offrire all’obiettivo attimi
intensi ed emotivi. Al fotografo tocca saper cogliere i momenti salienti; il la-
voro va impostato sin dall’inizio. Si stabilisce un legame, un mood, un’intesa
per il raggiungimento di obiettivi studiati a tavolino.
Cosa vedi nel tuo futuro?
Un sogno. Far diventare questo spazio una scuola di fotografia.
Modella:
Veronica Bertolucci
Luogo:
Verona Studio fotografico
DATI TECNICI
Corpo Macchina:
Fuji X-PRO1
Iso 400
f 1,5
t 1/250
Ottica:
Voigtlander 50mm ff f1,5
LO SCATTO
Uno scatto che racchiude una
struttura visiva molto particolare
con una luce flare che avvalora
una posa di forte impatto
emotivo.
con la luce. Quella stessa luce che ha imparato a
modellare dopo un workshop tenuto da Erminio
Rusconi in cui si analizzava l’estro del Caravag-
gio. Il passo successivo per intraprendere la stra-
da del glamour è stato un incontro con Roberto
Rocchi e un libro di Augusto Pieroni che gli ha
fatto scoprire come comunicare con le persone
attraverso la fotografia.
Quali maestri ti hanno ispi-
rato in seguito?
Cartir Bresson con quel suo saper aspettare
l’attimo, costruire l’immagine prima che accada.
Sotto il profilo compositivo ho appreso molto dal
maestro francese, ma devo qualcosa anche a Da-
vid Hamilton, che ho scoperto nel 2010. L’atmo-
sfera delle sue foto è fonte di grande ispirazione.
Quando hai iniziato a fare
workshop?