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è legata a doppio filo all’arte, anche se
quando ho iniziato facevo il geometra.
Ho frequentato Andrea Pazienza e altri
artisti del gruppo Abrecal a Bologna negli
anni ‘70. Allora c’erano i gruppi dove ci si
confrontava, si discuteva, si scambiavano
idee. Ora si lavora da soli... Erano un
grande stimolo”. E così l’arte èbndiventata
il mestiere per vivere. E la Polaroid la tela
dove creare scomponendo e ricomponendo
l’immagine ridandogli tridimensionalità.
I suoi scaleidoscopi costruiti da scatti
unici non ripetibili li ha applicati anche al
paesaggio. E così dentro la sua macchina
della scomposizione finisce il Palazzo della
civiltà dell’Eur e le piazze della Puglia o di
Milano, la sua città e molti altri soggetti.
E poi ci sono i Ready-made con i quali
reinterpreta ancora Duchamp. “Porto
nella mia sfera lettere, cartoline, mappe,
immagini, riproduzioni fotografiche, fogli
pubblicitari per “mangiarli” con la mia
fotografia. Dietro queste opere c’è l’amore
e la voglia di farli rinascere. Il mio segno gli
dà un nuovo significato”. Tra questi lavori
spicca la serie dedicata a Egon Schiele,
l’artista della Secessione. E ancora ci sono
le Polaroid manipolate di un Viaggio in
Italia, un altro tributo alla pittura. “Si lavora
sulla pellicola come fosse un quadro. Sono
manipolate durante lo sviluppo”.
L’ultima ricerca di Maurizio Galimberti segue
la scia della sua eterna passione: le Polaroid.
grazie a The Impossible Instant Lab, una
mini stampante fotografica che consente di
convertire le immagini scattate su iPhone
in fotografie istantanee analogiche nello
stile delle Polaroid.“Basta lanciare l’app
posizionare iPhone sull’apposito supporto
e The Impossible scatta un’immagine
dello schermo dell’iPhone, stampandola
su un’immagine istantanea Polaroid”. Dal
passato al futuro la ricerca continua.
PERSONAGGIO
Mauriz io Galimberti
In alto: Camogli, 2011;
sopra: Capri, 2011, a destra ready-made Man, 2005.
