Foto-Notiziario Settembre 2013 - page 110

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UN PASSO NELLA STORIA
Gianni Barengo Gardin ha raccontato la politica, i cambiamenti
e il tessuto sociale dell’Italia con i suoi reportage in b/n,
frammenti unici di una realtà mai distorta con il fotoritocco
Le foto raccontano una storia. Sempre. Alcune invece raccontano
“la storia”. Ed entrano a farne parte. È il caso degli scatti di Gianni
Berengo Gardin. Molti sono scatti della crescita dell’Italia: le rivolte,
il lavoro, i cambiamenti del costume e diventato icone di un periodo,
di un avvenimento e di piccole rivoluzioni. Gli anni 60? Sono i giovani
sulla spiaggia di Malamocco che ballano con il grammofono:
semplicità e prime forme di libertà. E le manifestazioni di piazza
Duomo. L’amore? Il bacio timido e intenso sotto i portici in Piazza
San Marco. L’orrore? Il reporatge sui manicomi con Franco Basaglia.
E ancora altri lavori di denuncia come le navi a Venezia e gli zingari.
E poi c’è il lavoro, immortalato anche dai lavori su committenza
come quelli per Olivetti e Fiat per esempio. Che cosa lega tutto
ciò? “Sono un testimone della mia epoca. Questa è la ragione. Sia
i miei reportage sociali e i miei lavori di
committenza sono lavori di valore culturale.
Le mie fotografie si possono riassumere in
due tipi: quella alla Cartier-Bresson, che
deve contenere un racconto. E poi quelle dei
libri, con cui si può andare più in profondità,
perché con cento foto puoi raccontare meglio
una situazione. Io cerco solo di comunicare
agli altri quello che vedo e mi interessa”.
Oggi potrebbe rifare quello
che ha fatto?
Certo. Io credo che un fotografo deve
di Astrid Bianca Bemori
LA STORIA IN BIANCO E NERO
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