Foto-Notiziario Dicembre 2013 - page 71

45
Leonardo
Tornabene con la
sua videocamera
cerca di
cattuare
le immagini
migliori
immortalare una
giornata unica:
il matrimonio
sposi un “racconto” che possa rispecchiare in
pieno la realtà della giornata.
Qual è la parte più difficile?
Sicuramente lo shooting perché dobbiamo sem-
pre cercare di cogliere l’attimo senza interferire
troppo nel matrimonio. Per quanto ci sbizzarria-
mo a parlare di cinematografia e film, bisogna
sempre tenere in considerazione che nel “wed-
ding” non è possibile ripetere le scena, per cui
bisogna essere ben organizzati e ognuno si deve
occupare del proprio compito per formare un
team di lavoro perfettamente efficiente.
Quanto girato fate mediamente
e quanto dura la fase di
montaggio?
Il girato varia dal tipo di cerimonia e dal nume-
ro di videografi impiegati per le riprese. La fase
di montaggio è abbastanza lunga: impieghiamo
mediamente una settimana lavorativa, soprattut-
to quando a girare siamo stati in tre, perché oc-
corre selezionare tutto il materiale e scegliere le
immagini giuste e funzionali al “racconto” finale.
A tutto questo bisogna anche abbinare la colonna
sonora giusta cercando di essere sempre origi-
nali senza riproporre più volte le stesse cose.
Come mai hai investito in
questo genere?
Non saprei, ho cominciato da giovanissimo a far-
lo e ci sono rimasto dentro… Aggiungiamoci una
grossa passione per il cinema e i documentari e
il gioco è fatto…
Quali sono, a tuo avviso, le
problematiche del tuo settore?
Le problematiche sono ben chiare perché, se
fossi dalla parte della coppia, mi troverei confu-
so. In giro si trovano servizi a prezzi stracciati e
spesso ci si fa attrarre dal risparmio a discapito
della professionalità; il risultato è un prodotto
che non soddisfa ma, purtroppo, il cliente se
ne rende conto quando ormai non c’è rimedio.
Ben pochi posseggono gli strumenti per poter
distinguere le vere figure professionali che in-
vestono su attrezzature e su se stessi, lavoran-
do, studiando e parallelamente confrontandosi
con gli altri. La mia figura, ad esempio, per
anni non ha ricevuto il giusto apprezzamento.
Si è lavorato troppo nell’ombra. Occorre avere il
coraggio di portare avanti un proprio stile sen-
za lavorare nell’ombra adeguandosi allo stile
dello studio fotografico con cui si collabora. Io
credo che l’assunzione di maggior responsabi-
lità da parte del videografo possa portare a una
crescita qualitativa del prodotto finale e credo
molto nella differenziazione delle figure: foto-
grafo per le foto e videografo per il video, nel
pieno rispetto della professionalità reciproca.
Insieme al Presidente Demetrio Caracciolo ho
creduto in questo progetto e ho avuto l’onore
di mettere la mia firma sullo statuto dell’As-
sociazione Nazionale Videografi come socio
fondatore. Oggi l’associazione è una realtà. Il
novembre scorso ci siamo ritrovati in Umbria
per un campus dove ognuno di noi ha portato la
propria esperienza mettendola a disposizione
degli altri, ma tutto questo accade ogni giorno
anche in rete.
Come rimanere competitivi?
Come già detto sopra, credo che per essere sem-
pre competitivi occorra “investire su attrezzature
e su se stessi, lavorando, studiando e parallela-
mente confrontandosi con gli altri”. Non bisogna
“adagiarsi” vivendo di rendita per quello che si
è fatto in passato perché in questo lavoro se si
perdono la passione e la voglia di crescere. Se
si crede di essere arrivati è l’inizio della fine, so-
prattutto in questo delicato momento storico è
assolutamente necessario mettersi sempre in
discussione.
1...,61,62,63,64,65,66,67,68,69,70 72,73,74,75,76,77,78,79,80,81,...106
Powered by FlippingBook