Foto-Notiziario Dicembre 2014 - page 42

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Oggi ti fai conoscere attraverso le foto e poi fai
anche altro: didattica, libri, mostre, per esempio.
Quanto viaggi in un anno?
Tra ottobre e dicembre mi dedico alla didattica:
insegno ancora in università e faccio i workshop
di fotografia. Da gennaio in poi iniziano i viaggi ed
è tutto un viaggiare e tornare a casa. Faccio circa
6-7 viaggi all’anno.
Di solito decidi tu dove
andare o ti mandano
?
viaggio li scelgo sempre io in base a quello
che mi interessa. Parto senza nessuna
commissione e li autofinanzio completamente.
Poi torno in Italia, metto insieme il lavoro e lo
propongo alle riviste o alle agenzie.
Sei uno “storyteller”?
Assolutamente sì! Io lavoro tantissimo alla sto-
ria, la pianifico a tavolino e questo è completa-
mente diverso dal fare delle foto singole. Mi ca-
pita spesso di includere in un articolo, o in una
storia, delle immagini che se dovessero essere
prese da sole non sceglierei, ma sono utili ai fini
del racconto. Viceversa a volte escludo delle foto
che mi sembrano riuscite, ma all’interno della
storia non trovano posto.
C’è un viaggio a cui sei
particolarmente legato?
Quello delle Gru giapponesi ad Hokkaido. È stato
un viaggio che ho fatto nel 2007, quando ancora
non mi dedicavo completamente alla fotografia.
E ha dato una svolta al mio lavoro di fotografo
perché mi ha fatto vincere tanti premi e le imma-
gini sono state esposte in tutto il mondo. Ovvia-
mente da quel momento la mia vita è cambiata.
Un viaggio che invece mi ha portato poco in ter-
mini lavorativi, ma umanamente è quello che mi
ha dato di più è stato un viaggio in Alaska, un
posto straordinario.
Nei tuoi workshop parli più di
tecnica o di come scrivere un
racconto per immagini?
Nel corso base parliamo al 90% di comunica-
zione perché la cosa fondamentale è capire che
la fotografia è un mezzo di comunicazione. Bi-
sogna chiedersi quale messaggio vogliamo co-
municare, cosa bisogna includere e cosa esclu-
dere, per esempio. Ansel Adams sosteneva che
bisogna fotografare quello che c’è dentro di noi,
non quello che c’è al di fuori. Io lo ripeto in tutti i
miei corsi e parto proprio da qui. La tecnica vie-
ne dopo e ovviamente è altrettanto importante,
ma prima bisogna capire dell’altro.
È appena uscito il libro di Simone Sbaraglia “Immagini dal Piane-
ta Terra”. 70 pagine di immagini: dai deserti americani ai ghiacciai
dell’Alaska, dalle pianure del Serengeti alle paludi della Florida. Un
giro del mondo alla scoperta degli ultimi luoghi selvatici.
Disponibile per Ipad/Iphone o in versione cartacea.
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