Foto-Notiziario Giugno 2013 - page 86

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La rappresentazione dell’architettura
getta le sue fondamenta nel Rinascimen-
to con le leggi che regolano la prospettiva,
per cui, è inevitabile considerare ottimale,
la posizione di naturale parallelismo delle
linee verticali. In questo modo si fa si che,
un manufatto architettonico conservi la
sua forma prismatica e non appaia come
un tronco di piramide che, inoltre, potreb-
be essere modificabile a seconda della
diversa convergenza.
Il nostro occhio corregge le cosiddette
“linee cadenti”
(la convergenza verso il
centro delle linee verticali) con un proces-
so fisico-psicologico, anche se alziamo
lo sguardo. Nelle riprese di architettura,
infatti, un corpo macchina non “in bolla”,
cioè con il piano pellicola/sensore non
parallelo al piano dell’edificio e quindi ri-
volto verso l’alto, genera tale problema.
Nella fotografia di architettura la questio-
ne delle linee cadenti sembra essere un
tabù, sia per motivi psico-fisiologici legati
al nostro sguardo, sia per la tradizione ico-
nografica che pretende sempre il rispet-
to del parallelismo delle linee verticali.
Possiamo affermare che, se si escludono
gli
“appunti visivi”
di Ruskin della prima
metà dell’800, sono rare le
“trasgressio-
ni”
legate alla rappresentazione dell’ar-
chitettura fino a quando Moholy-Nagy
e Rodčenko, avviano un’ipotesi nuova di
lettura dello spazio, proponendo dei punti
di vista che, volontariamente, mettessero
in discussione i canoni della rappresen-
tazione, anche se, va detto, rimangono
nell’ambito artistico.
Si tratta di scelte motivate linguistica-
mente e non scorrettezze grammaticali,
che sono circoscritte allo specifico mo-
mento storico-artistico.
Sembra essere stato Leopoldo Alinari
a mettere appunto la prima strumenta-
zione decentrabile della storia nel 1854
a Firenze. Gli Alinari, che avevano già ini-
ziato da qualche anno numerose campa-
gne fotografiche di catalogazione dei beni
architettonici nelle principali città, aveva-
no ormai uno stile consolidato:
Tecnicamente i decentramenti sono quei
movimenti dell’ottica o del piano sensore
(se parliamo di digitale) che, perpendico-
lari all’asse ottico, non modificano il pa-
rallelismo tra i piani nodali dell’obiettivo
ed il piano del sensore. I movimenti verso
l’alto e verso il basso si chiamano decen-
tramenti verticali, quelli verso destra o
verso sinistra si chiamano orizzontali.
Questo testo è un estratto di un Nikon
eXperience (“Il decentramento nella fo-
tografia di architettura” a cura di Mario
Ferrara) pubblicato su Nikon School.
All’indirizzo web
.
it/experience/decentramento-fotografia-
architettura.php, è possibile trovare la
versione integrale.
di Mario Ferrara
uso degli schemi della prospettiva rina-
scimentale nella composizione dell’in-
quadratura;
esecuzione delle riprese da circa tre me-
tri ed oltre da terra.
Quest’ultima caratteristica, la ripresa
da un punto più alto rispetto alla quota
“zero”
, consentiva spesso di riuscire a
mantenere la macchina
in bolla
ed in-
quadrare tutto l’edificio. Fu il campanile
di Giotto a Firenze, a rappresentare però
una sfida tecnica per la sua notevole al-
tezza, fino a quando come già detto, uno
dei tre fratelli, Leopoldo, costruì nel 1854
un obiettivo che, essendo mobile, per-
metteva anche di riprendere questo tipo
di architetture secondo i canoni classici
della rappresentazione prospettica.
IL DECENTRAMENTO NELLA FOTOGRAFIA
DI ARCHITETTURA
Il decentramento effettuato consente di inqua-
drare l’intero edificio, lasciando il piano sensore
“in bolla”, per mantenere il parallelismo delle
linee verticali ed evitando le linee cadenti.
Ripresa effettuata con una Nikon D800 + 24mm
f/3.5D ED PC-E NIKKOR – decentrato +10 mm
L’inquadratura risulta essere quella di un 24mm
non decentrabile, inclinando verso l’alto il piano
sensore l’inquadratura presente delle evidentissi-
me e fastidiosissime “linee cadenti”. Questa è una
fotografia di architettura che non rispetta i canoni
della rappresentazione e che neanche può essere
considerata tra quelle che “trasgrediscono” le
regole ai fini creativi.
Ripresa effettuata con Nikon D800 + 24mm
f/3.5D ED PC-E NIKKOR – decentrato 0 (senza
decentramento).
1...,76,77,78,79,80,81,82,83,84,85 87,88,89,90,91,92,93,94,95,96,...98
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