Foto-Notiziario Maggio 2013 - page 26

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IL PERSONAGGIO
Giovanni Gastel è un fotografo di moda e artista di fama
internazionale, che ha immortalato l’universo femminile.
Con eleganza, rispetto e ironia
Sublimi, eleganti, spiazzanti, ironiche, gioiose. Bellissime e
inquietanti. E, anche se con lo sguardo rapito da un altrove, sono
donne che sanno chi sono. Consapevoli e vive. Sono così nelle foto di
Giovanni Gastel, fotografo di moda (e artista) di fama internazionale -
tra i grandi protagonisti della comunicazione pubblicitaria - che le ha
pubblicate sulle più prestigiose riviste da Vogue a Donna: in infinite
pose, con abiti meravigliosi e altri quotidiani. “Non capisco come
possa essere considerata sexy una donna seduta a testa in giù su un
divano con le gambe appoggiate al muro. Quando accade che una
donna si mette così….”, spiega sorridendo. “Io rispetto molto le donne.
E così le rappresento”. “Colpa” dell’intenso rapporto con la madre
Ida Visconti di Modrone, che si racconta colta ed elegante, che lo ha
introdotto alla poesia, all’arte alla letteratura. “Ho imparato subito
a capire la bellezza”, spiega. “Sono stato anche molto legato allo zio
Luchino (Visconti). Ho passato molto tempo con lui: ero al suo fianco
quando faceva il montaggio di Ludwig”. Le prove sono nel suo studio
in via Tortona: nell’”angolo dei ricordi” conserva alcuni fotogrammi del
film. Insieme con molte foto del regista del Gattopardo, della madre,
della sua famiglia, biglietti di ringraziamento. Per terra e sopra gli
scaffali affollati di libri ci sono i suoi ritratti (e uno suo): Roberto Bolle,
che sembra un dio alato, è a fianco di una foto di Gastel a cavallo,
altra sua grande passione. “Io mi sono creato un sogno. La realtà
non la capisco. E così mi sono chiuso qui dentro (nel suo studio da
dove escono i suoi famosi still life). Se vedo qualcosa che mi colpisce
fuori non lo fotografo. Lo porto qui e lo ricreo”. Nel suo rifugio in via
Tortona non è solo. Però. “Qui è una sorta di bottega rinascimentale,
lavorano 15 persone con me”. E lui con eleganza e gentilezza rara
risponde a tutti, firma foto, risponde al telefono, sta al computer.
“L’eleganza è un valore morale: non pagare le tasse, per esempio è
inelegante”, chiosa.
Le sue foto che
siano pubblicitarie
o di moda sono
lo scatto di uno
sguardo stratificato
che ha in memoria
opere d’arte e
altre bellezze. “Io
sono un misto di
cultura classica e
di Pop Art: ne sono
stato folgorato da
una mostra che
c’è stata a Milano
nel ’70.” Sarà per
questo, allora, che
un abito da sera
rosso indossato
da una modella
che disegna un
arco su uno sfondo
bianco, diventa
un’opera d’arte.
“È nato un po’ per
caso: Magali, la
modella, aveva fatto
la contorsionista e
quando le ho detto
di Astrid Bianca Bemori
LE DONNE E IL SOGNO
di piegarsi un po’
indietro, le è venuto
spontaneo scendere
così tanto”. In realtà
nel suo occhio
c’è una lezione
di composizione
rubata a Piero
della Francesca
e Raffaello,
inconsapevole
forse. “Io sono
soprattutto un
fotografo di moda:
l’abito deve avere
sempre un suo
spazio ben definito”.
Certo. Ma spesso
trasforma questa
realtà in visione,
cioè in arte. Anche
se è solo moda,
secondo alcuni.
“Noi negli anni ’80
volevamo fregare gli
americani”, sorride
Gastel. “Alcuni dei
miei maestri: Irvin
Peen, tra questi.
Giovanni Gastel
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