Foto-Notiziario Marzo 2014 - page 65

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rucolo scemo di Hollywood, ma, anzi, vanta un dottorato a Yale, scrive, di-
pinge, dirige documentari ed è uno dei personaggi più interessanti dello
show biz. Quindi, di fronte alle critiche, ha deciso di reagire sfruttandole
a suo favore e rispondendo per le rime, utilizzando il New York Time per
l’autorevolezza e il web per la condivisione. In pochi giorni James Franco,
il Re del Selfie, è finito sulla bocca di tutti, con argomentazioni a favore
del selfie che, in fondo, ci hanno convinto un pochino di più del fatto che
il selfie possa godere di una propria dignità.
Ma, in sostanza, cosa sostiene James Franco? Che i selfie parlano, rac-
contano chi sei, dove sei, cosa stai facendo e qual è il tuo stato d’animo.
Certo, magari essere belli come Franco aiuta a sentirsi a proprio agio da-
vanti all’obiettivo dello smartphone, mostrandosi a tutte le ore del giorno.
Ma in fondo, quel è il fine ultimo di tutti i selfie? Ovviamente attirare l’at-
tenzione, ma ciò, come sostiene James, altro non è che quel che cercano
di ottenere anche il cinema, i media e i giornali. L’attenzione, infatti, è
il potere. Se sei famoso sei automaticamente potente. Il ragionamento
dell’attore, in effetti, sembra avere un suo senso. È quindi forse arrivato
il momento di iniziare a considerare anche i selfie come uno strumen-
to di comunicazione, da utilizzare a proprio vantaggio. Non è, infatti,
l’obiettivo principale di ogni fotografo quello di attirare l’attenzione del
proprio pubblico?
Ovviamente c’è differenza tra un progetto fotografico di autoritratto e un
selfie, ma il fotografo può sfruttare questa simpatica pratica a proprio
vantaggio, utilizzando, per esempio, una tecnica fotografica professio-
nale, che gli altri amanti del selfie non hanno. È una visione troppo otti-
mistica? Probabile, ma se non iniziate a farlo voi, inizierà qualcun altro.
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