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Comunque sia, aneddoto a parte (o compreso), il ri-
tratto ha rappresentato sempre e subito uno dei temi
più frequentati della fotografia, magari sull’onda lun-
ga delle precedenti esperienze e richieste pittoriche,
che la fotografia è andata a sostituire, offrendo al
ritratto i connotati della sua concreta raffigurazione
oggettiva (?) della realtà.
Tanto che, sono diffusi i dagherrotipi di ritratto -appun-
to-, mentre sono sostanzialmente più rare altre appli-
cazioni della fotografia delle origini
[Dagherrotipo
].
A questo punto, è doveroso sottolineare alcune delle
tappe storiche, soprattutto dell’Ottocento, ma allun-
gatesi in avanti nei decenni, che scandiscono i tempi
dell’espressività del ritratto. Nulla di enciclopedico, sia
chiarito subito, ma una adeguata segnalazione di pas-
si fondanti e fondamentali, in rapida sintesi e veloce
considerazione.
Inunpanoramavastoperquantitàequalitàdiinterpreta-
zioni, il ritrattista che ametà dell’Ottocento fa l’autentica
differenza è Nadar (al secolo Gaspard-Félix Tournachon;
1820-1910), che nel suo studio al civico 35 del Boulevard
des Capucines, a Parigi, indirizzato al pubblico generico,
realizza un affascinante casellario delle personalità del
tempo (dallametà del secolo). Soprattutto, gli va ricono-
sciuto di essere stato il primo a non limitarsi all’aspetto
esteriore e a tutti evidente dei soggetti fotografati, ma di
aver indagato e sottolineato le singole particolarità inte-
riori [
Nadar Sarah Bernhardt (1864 circa)
].
Ancora a Parigi, si registra l’invenzione di André Adol-
phe Eugène Disdéri (1819-1889), che nel 1854 realizza
un apparecchio fotografico a obiettivi multipli, con il
quale ricava più pose su una lastra unica, dando vita
alla
carte-de-visite
, che si allunga in avanti nei decen-
ni, componendo anche i tratti di una autentica moda
(oltre i ritratti propri, la gente acquista quelli dei per-
sonaggi famosi del tempo, alla maniera delle attuali
figurine
) [
Disdéri Carte de visite dal 1854
].
Il versante inglese degli stessi anni registra soprattut-
to due ritrattisti: Julia Margaret Cameron (1815-1970)
e Lewis Carroll (al secolo, Charles Lutwidge Dodgson;
1832-1898 -noto soprattutto come autore delle
Avven-
ture di Alice
nel paese delle meraviglie
-). Entrambi sono
dilettanti, entrambi fotografano per puro piacere e di-
letto, distinguendosi in questo dal professionismo dei
francesi Nadar e Disdéri. Comunque, entrambi lasciano
la propria traccia nella Storia, alla quale consegnano
mirabili ritratti [
Cameron sir John Frederick William
Herschel (1867) / Carroll Alice Liddell (estate 1858)]
.
Assolutamente diverso, sebbene scandito soprattutto
al ritmo di ritratti, è il progetto dello statunitense Ed-
ward Sheriff Curtis (1868-1952), che a cavallo del Nove-
cento censisce fotograficamente ciò che resta dei Nati-
vi americani, le cui tracce sono riunite in venti fantastici
volumi (oggi in edizione economica
Indiani d’America
,
di Taschen Verlag): straordinaria testimonianza di un
mondo scomparso [
Curtis Cheyenne Girl
].
Sull’onda lunga, è obbligatorio richiamare l’analogo
progetto -mai concluso- del tedesco August Sander
(1876-1964), che tra le due guerre mondiali avvia e
conduce la sua classificazione degli archetipi della so-
cietà, da iscrivere nel contenitore degli
Uomini del XX
secolo
. Per quanto incompiuta, un’opera fotografica ti-
tanica, che consegna alla Storia una avvincente galleria
di personaggi rappresentativi non di se stessi, ma della
propria appartenenza sociale [
Sander: Giovani conta-
dini,Westerwald (1914)
]. E lo stesso fa, non avendone
intenzione, lo statunitense E.J. Bellocq (Ernest James
Bellocq o John Ernest Joseph Bellocq; 1873-1949), i
cui ritratti di prostitute di New Orleans, fotografate nel
1912, cento anni fa, rappresentano a propria volta una
consistente testimonianza storica che non si esaurisce
in sé
[Bellocq da Storyville Portraits (1912)
]
In Italia, tra le due guerre, agisce una stupefacente ritrat-
tista, la cui memoria storica sembra essersi dissolta nel
nulla: Ghitta Carell (1899-1972). Per quanto di religione
ebraica, fu vicina al Regime, tanto da essere risparmiata
dalle leggi razziali. I suoi ritratti di politici epersonaggi del
tempo sono a dir poco incantevoli: da non ignorare, né
dimenticare [
CarellMaria Josédi Savoia (anniTrenta)
].
Immediatamente a seguire, va ricordato Elio Luxardo
(1908-1969). Evitando di soffermarci sulle sue frequenta-
zioni politiche, restiamo ai ritratti posati che celebrano il
cinema italiano dei primi anni Cinquanta, che nella sua
produzione fotografica fanno il paio con tanto altro... ma
tant’è [
LuxardoVittorioGassman (1953)
].
Da qui, in rapida escursione, i ritrattisi del secondo
dopoguerra, tra i quali spiccano soprattutto autori
statunitensi.
Arnold Newman (1918-2006) introduce la figura
ambientata, e collocata nel contesto della propria
personalità culturale e artistica [
Newman Igor
Stravinsky (1946)
].
Yousuf Karsh (1908-2002), al quale le poste canadesi
hanno riservato un’emissione filatelica nel centenario
della nascita (2008) [
Karsh Emissione filatelica cana-
dese
], è stato maestro della pulizia formale che nulla
aggiunge al soggetto fotografato, composto in inqua-
drature essenziali, minimali, ma di grande impatto visi-
vo [
Kash Joan Baez (1970)
].
Philippe Halsman (1906-1979), autore di centouno co-
pertine di
Life!
, è soprattutto noto per aver fatto saltare
davanti alla sua macchina fotografica personaggi dello
Curtis
Cheyenne Girl
Edward
Sheriff Curtis:
dal sesto volume
dei Nativi
americani,
ragazza Cheyenne.
Sander:
Giovani contadini,
Westerwald (1914)
August Sander:
giovani contadini
in un giorno
di festa;
Westerwald, 1914.
Bellocq
da
Storyville Portraits
(1912)
E.J. Bellocq: pro-
stituta
di New Orleans,
da Storyville
Portraits; 1912.
Carell Maria José
di Savoia
(anni Trenta)
Ghitta Carell:
la regina Maria
José di Savoia;
anni Trenta.
Luxardo
Vittorio Gassman
(1953)
Elio Luxardo:
Vittorio Gassman;
1953.
Newman Igor Stravinsky
(1946)
Arnold Newman: Igor Stravinsky; 1946.
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