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Ritratti
Numero Collezione
Angelo Cozzi,
ritratti di gente famosa
Non solo guerre o fanciulle in fiore: nell’archivio di Angelo Cozzi
troviamo i ritratti dei personaggi famosi nel mondo
uando incontrai per la prima volta Angelo già lo cono-
scevo. Finivano gli anni Settanta del secolo passato. Di
lui avevo visto e ammiravo i servizi dal Viet-Nam, quelli
sulle Olimpiadi. Invidiavo la sua capacità di essere nel
posto giusto al momento giusto. Sia dovesse fotografa-
re il Settembre Nero dei palestinesi in Giordania, sia do-
vesse fotografare l’attrice famosa nella sua casa. Spesso,
quando incontri un tuo mito ne resti deluso. Non fu così con Angelo. Credo
sia stata stima reciproca quella che ci ha portato, in tutti questi anni, a non
perderci di vista. Incontri per professione e anche per amicizia. Sempre
davanti a una tazzina di ca è. Il salgariano Yanez accendeva l’ennesima
sigaretta, Angelo sorbisce l’ennesimo ca è. Oggi siamo nuovamente da-
vanti a una tazzina di ca è a navigare per i mari del web.
Con Angelo, sto raccogliendo per il suo sito lo sterminato archivio. Non sola-
mente d’immagini. Ci sono anche i ricordi, gli aneddoti di una vita passata in
giro per il mondo a testimoniare con la fotogra a. Ogni mare, proprio come
quelli solcati da Yanez, riserva una sorpresa. Angelo non è solamente il foto-
grafo della guerra o delle ragazze in ore, com’è ricordato dai più. Nella sua
lunga carriera, iniziata negli anni Cinquanta del secolo passato, come ragaz-
zo di bottega presso l’agenzia milanese Farabola, ha toccato tutti i generi
della fotogra a. Dalla pubblicità alla cronaca, dal turismo alla guerra, dalla
danza all’aviazione il suo archivio è un prezioso giacimento d’immagini. Il
mestiere l’ha portato a incontrare personaggi famosi, di tutti ha dato una
interpretazione non banale. E su tutti ha aneddoti e ricordi. Il più bello, quel-
lo che dà la misura della sua umanità e del suo non essere fotografo a una
dimensione riguarda una foto non scattata. “…Si era nel ’67, pochi giorni
dopo la ne della Guerra dei Sei Giorni. Con altri colleghi, fotogra e giorna-
listi, attendevamo Golda Meir per una conferenza stampa… Mi ero messo
vicino alla porta attraverso la quale sarebbe entrata per poterla riprendere
meglio… Lei arriva, entra e, proprio davanti a me, scivola dando una gran
sederata per terra… Poteva essere la foto da copertina di tutti i giornali del
mondo… Non so perché, invece di premere il pulsante di scatto allungai la
mano e aiutati la Meir a rialzarsi…”.
Non so se Angelo si rammarica per quella foto non fatta. È certo che dopo
quell’episodio Angelo ebbe una corsia preferenziale presso l’u cio stampa
estera di Israele. Quando gli chiedi quale sia la sua foto più bella ti guarda
negli occhi sornione e risponde:”…Quella che farò domani…”. Nell’attesa go-
diamoci i ritratti di queste pagine.
di Edo Prando
Q
Enzo Biagi
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