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UN PASSO NELLA STORIA
Dennis Hopper
diventato regista, gli sarebbe tornata più
che utile. Inutile dirlo, il consiglio di James
Dean gli porta un mare di fortuna.Nel 1961
infatti Hopper partecipa a una competizione
fotografica internazionale in Australia vincendo
il primo posto, diventa così una figura chiave
nel mondo artistico della Los Angeles degli
anni ‘60. La sua fama nell’ambiente artistico
cresce a tal punto da portarlo a incontrare Andy
Warhol, del quale scatta un bellissimo ritratto.
Negli stessi anni viene a contatto con l’arte
Ready Made di Marcel Duchamp, Hopper è
subito incuriosito da questa visione dell’artista
come “finger pointer”, come colui che addita
un piccolo segmento di realtà definendola
arte. Con un parallelismo forse un po’
semplicistico è in fondo ciò che fa il fotografo,
punta l’obbiettivo e scatta, quel piccolo
riquadro di mondo che raccoglie e tutto ciò
che contiene diventa arte. Dopo il 1967 la
ricerca fotografica di Hopper ha una battuta
d’arresto quando inizia a girare il “cult”
Easy Rider, ma le sue opere continuano a
essere richiestissime esponendo in numerosi
festival come quello di Spoleto in Italia.
Hopper continua ancora oggi a esporre in
tutto il mondo.
In questi giorni una mostra alla Gagosian di
Roma Hopper racconta i suoi anni Sessanta,
con la celebre serie “Drugstore Camera”.
Le fotografie appartenenti a questa serie
sono state scattate a Taos, New Mexico, dove
Hopper decise di stabilirsi dopo Easy Rider
fino agli anni ‘80.
Fotografie e interviste che raccontano la sua
vertiginosa scalata sull’olimpo del cinema
americano e tutto il mondo che lo circondava
in quegli incredibili anni.
Dennis Hopper
Andy Warhol with
Flower, 1963
© The Hopper
Art Trust
Dennis Hopper
Wallace Berman
© The Hopper
Art Trust