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ICONE
D
elphine Burtin
, una giovane
artista-vfotografa svizzera, sfida
una tradizione illustre. E vince con
le sue nature morte degli scarti
di cibo. I suoi scatti hanno luci
che ricordano i grandi maestri, da
Caravaggio a Jean-Baptiste Chardin
e Cristoforo Munari. Niente frutta,
fiori e altri cibi, ad assumere un
aspetto di immota eleganza sono
lische di pesce, un guscio d’uovo, un
tubetto di concentrato di pomodoro,
bucce di un frutto, verdure andate
a male. Una denuncia che riprende
in chiave più critica quella di Andy
Wharol, la “sacralizzazione del
banale oggetto quotidiano che in
questa epoca (e già nel Novecento)
segue la religione del mercato”.
Ma immortalando i rifiuti, dandogli
una seconda vita, ne celebra il
declino. Il lavoro di Delphine è
anche una denuncia inconsapevole
dello spreco del cibo.