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“Molti non comprendono quanto la professio-
nalità sia necessaria per poter fare al meglio
questo lavoro. Nella mia esperienza però tutto
questo alla lunga ha dato i suoi frutti ed è il
motivo per cui lavoro molto ancora oggi dopo
molti anni”.
Domanda di rito: come hai iniziato?
Ho cominciato nello studio di mio padre nel 1990. Prima di lavorare in
Italia però, ho lavorato come assistente all’estero per alcuni fotografi di
still life, prima a Londra poi negli Stati Uniti a Los Angeles e New York.
Allora la fotografia era in pellicola e quindi ho appreso soprattutto l’a-
spetto tecnico con l’uso del banco ottico e delle luci.
Da lì ho iniziato a lavorare come fotografo e nel 2002 ho iniziato a girare
anche spot specializzandomi nel table top, uno stile molto simile allo
still life. L’esperienza del banco ottico mi ha aiutato molto in questo per-
ché lo scatto doveva essere perfetto, senza post-produzione. In pratica
è la stessa tecnica si applica anche ai video.
Tu sei specializzato in pubblicità, come è cambiata in questi anni?
Sono specializzato in comunicazione pubblicitaria, questo significa che
non è detto che sia solo pubblicità pura. Ad esempio, ora, stiamo realiz-
zando alcuni video, che si possono definire publiredazionali: ricette della
Coca Cola, interpretate dallo chef Simone Rugiati.
Oggi si stanno un po’ rimescolando le carte e bisogna realizzare cose
diverse. Gli spot per il web sono diversi rispetto agli altri, anche se la
tecnica, l’approccio e il modo di risolvere i pro-
blemi rimangono gli stessi. Oggi i tempi che
si sono ridotti di molto e si è esposti a mag-
giori pressioni. Nel passato il lavoro si poteva
organizzare in modo differente, ora si passa da
momenti di pausa ad altri in cui i tempi sono
ridottissimi.
Reflex che fanno video, cosa è cambiato per
te?
Io considero foto e video due mondi differen-
ti e separati. Ci sono esperti o appassiona-
ti di video che usano le reflex ma rimangono
comunque esperti di video e lo stesso per le
foto. Spesso, come nel mio caso, i due mondi
si sovrappongono ma, anche se il mezzo che
usiamo è lo stesso, rimangono due mondi che
richiedono conoscenze differenti.
La qualità dei sensori digitali ha ormai supe-
rato pienamente la pellicola in termini di de-
finizione. I fotografi hanno a disposizione una
reflex che un tempo era ad appannaggio del-
la moda (35mm) per realizzare al massimo
dei formati A4 per le riviste. Ora con lo stesso
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