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il suo primo incarico al Gran Premio di Monza,
da quel momento parte la carriera che lo
rende ben presto una celebrità nel campo. Non
solo fotografo, ma amico e confidente di tutti i
grandi campioni della storia.
Dagli anni ‘50 ai ‘70 è praticamente ovunque,
resta attaccato in coda alla Formula uno giorno
dopo giorno, tappa dopo tappa. Non solo segue
il mondo delle corse da fotografo ma anche
da pilota, partecipa a competizioni come la
Mille Miglia e la Targa Florio. Nel 1968 fonda
l’IRPA (International Racing Press Association),
della quale rimane presidente fino al suo ritiro
vent’anni dopo.
Ma non si tratta di un abbandono, il sangue
del suo sangue appartiene tutt’ora al mondo
delle corse, letteralmente. Il figlio di Bernard,
Paul-Henri, ha preso in mano il testimone
e corre deciso sui tracciati di competizione,
perpetrando l’operato del padre.
Nato e cresciuto a bordo circuito, il piccolo
Cahier inizia sin da piccolo ad assorbire il
rombo assordante delle vetture ed il forte odore
di benzina nel suo DNA. Il cerchio si chiude
quando a tredici anni riceve in regalo dal padre
una vecchia Pentax venendo letteralmente
buttato da fotografo nel mondo della F1. Due
anni dopo, quindicenne, pubblica già le sue
prime fotografie.
Se si considera la fotografia come l’abilità di
raccogliere momenti fugaci, attimi preziosi
e rapidi come un battito di ciglia, e tenendo
presente il fatto che il soggetto da scattare tre
secondi dopo esserti passato a fianco potrebbe
trovarsi più o meno a 300 metri dal tuo
obbiettivo. Beh in questo caso l’abilità di questa
coppia di fotografi è più che indiscutibile.
Honda RA 272 at
the 1965 Mexican
Grand Prix
Fangio-100Years-
Mosaic