Foto-Notiziario Maggio 2015 - page 32

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emoziono sempre quando parlo di Burri. A
partire dal nostro bellissimo primo incontro,
quando mi ha detto venga a Città di Castello
e venga senza macchina fotografica. Si
incomincia bene, mi sono detto, e come si
fa?” Ecco appunto. Che cosa voleva dire?
“Voleva conoscermi. Gli era piaciuto il mio
libro su Marino Marini. Io sono andato
tranquillo senza macchina perché volevo
vedere come sarebbe andata. È importante
anche per me capire se c’è sintonia con gli
artisti che devo fotografare. Ogni immagine
che faccio è il frutto di un lavoro messo
a punto in due. Sono happening che creo
con ciascuno di loro”. E sono state tante
le sue azioni artistiche: oltre a quelle
con Alberto Burri ci sono gli incontri con
Giorgio de Chirico, Emilio Vedova, Claudio
Parmeggiani, Marcello Jori, Herman Nitsch,
Nino Longobardi, Mimmo Paladino, Mario
Ceroli e tanti altri. (È famoso anche per i suoi
ritratti: da Andy Warhol e Mitoraj, da Manzù a
Schifano, da Dorazio a Pistoletto).
Ma l’inizio con Burri non è stata una prova da
poco. Era il periodo delle Combustioni in cui
bruciava diversi materiali: plastica, cellotex,
legni, una svolta significativa nella sua arte,
in cui introdusse lo strumento «fuoco» per
creare. Il senso era questo: l’usura sulla
materia non è più quella della «vita», ma
dell’energia primordiale – il fuoco – che ne
accelera la corrosione. E così fu per l’opera
Cellotex in cui Amendola faceva la “cronaca
della creazione”. Ora è un trittico tra i più
famosi del fotografo toscano, così come lo
è anche di Burri è “nato insieme”. I risultati
di questo sodalizio si potranno vedere nella
mostra “Burri e Pistoia - La collezione Gori
e le fotografie di Amendola”, che la città
toscana ospita a Palazzo Sozzifanti, con
la curatela di Bruno Corà, fino al 26 luglio
prossimo in occasione del centenario della
L’INCONTRO
Ex Seccatoi del Tabacco, Città di Castello 1983
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