Foto-Notiziario Novembre 2014 - page 42

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che sono contrari all’utilizzo
di Instagram?
Sono le stesse persone che prima erano con-
trarie al sito. Se ci parli oggi invece il sito lo uti-
lizzano eccome. Non mi piacciono le etichette,
gli aggettivi, io sono per la fotografia e per la
capacità di ritornare a occuparsi di fotografia.
Per occuparsi di fotografia occorrono strumen-
ti che non possono essere improvvisati con un
click, con un algoritmo o con una gelatina al
bromuro d’argento. La gelatina al bromuro
d’argento la amo profondamente, ma questo
non può e non deve impedirmi di usare anche
un telefono all’occorrenza. A un seminario ho
fatto vedere che si può raggiungere lo stesso
risultato con un banco ottico e con un telefono
e ho dimostrato che non è il mezzo che ci deve
disegnare perché se fosse così sarebbe vera-
mente finita e potremmo occuparci di altro.
Qual è il tuo modo di vedere
la fotografia?
Si dice che la fotografia racconti la realtà. In
realtà non c’è nulla di più lontano dalla real-
tà come la fotografia. Non può porsi come una
riproduzione del reale perché semplicemente
non è possibile. È un’analogia. La fotografia è
un’espressione umana, il fotografo non può es-
serne un semplice riproduttore.
Come mai hai scelto di
chiamare il tuo utente
su Instagram Saturnino
Farandola?
Quando mi sono trovato a scegliere il nome per
Instagram non sapevo cosa aspettarmi e mi
sono ricordato di questo film muto “Le avventu-
re straordinarissime di Saturnino Farandola” e
l’ho scelto. Quando mi capita di incontrare i fol-
lower, e ne ho incontrati diversi, noto un grande
stupore quando mi vedono sorridere. Probabil-
mente dalla mia gallery pensavano che fossi un
cyborg o che nemmeno esistessi davvero.
I tuoi colleghi ti chiedono
come mai hai scelto di essere
su Instagram?
Io normalmente frequento il circuito galleristi-
co e museale e capita che mi chiedano come
mai ho deciso di essere anche su Instagram. Io
rispondo sempre che non mi piacciono i limiti.
Spesso mi rispondono che ho ragione anche io.
Riesci ad analizzare il
fenomeno Instagram dal tuo
punto di vista?
Alfred Stieglitz, un gigante del ‘900, è l’uomo
che ha strappato la fotografia dalla pittura. Lui
ha chiesto di smettere di spennellare, aggiun-
gere nuvole, imbellettare e sporcare le lastre.
È possibile superare la realtà, ma lo si deve
fare attraverso questo mezzo. Quella sì che fu
una vera rivoluzione perché non era legata al
mezzo, ma a un concetto culturale nuovo e fu
una vera rivoluzione culturale. Stieglitz si battè
tutta la vita contro i pittorialisti.
Che cosa si fa oggi con il trionfo delle applica-
zioni? Si è tornati curiosamente a fare quello
che facevano i pittorialisti contro i quali Stiglitz
si batteva come un leone. La fotografia non
interessa più nella sua semplice e immediata
sincerità strutturale, ma viene apprezzata nella
sua capacità di farsi il trucco, mettersi il rim-
mel e stendersi una sorta di cipria digitale. Più
uso il trucco e più la foto è interessante. Non
siamo tornati al pittorialismo?
Per fare un bilancio,
possiamo dire che quindi
apprezzi davvero questo
social?
Instagram ha fatto emergere degli indiscutibili
talenti, pochi probabilmente, ma sono nati grazie
a questo strumento. Anche solo per questo non
può che starmi bene. Nonmi sta bene per diverse
altre cose, ma se la intendiamo come un’ulterio-
re opportunità per il contemporaneo, perché no?
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