Foto-Notiziario Maggio 2014 - page 78

62
FORMAZIONE, MENTALITÀ E MOLTOALTRO…
Oltre alle numerose attività formative e
culturali che propone ai suoi associati,
ANFM organizza anche dei contest a ca-
denza quadrimestrale che a fine anno
determinano la classifica del Fotografo
dell’anno. La classifica del 2013 ha visto
come vincitore il fotografo toscano Andrea
Corsi. Andrea, oltre a essersi aggiudicato
questo premio, è attivamente presente in
altri contest in cui si piazza sempre nelle
prime posizioni. Essendo orgoglio e mo-
dello per tutta l’associazione, abbiamo
voluto fargli qualche domanda per cono-
scerlo un po’ meglio:
Ciao Andrea, raccontarci I tuoi inizi.
Ho iniziato nel 1992, come semplice ama-
tore appassionato di fotografia sportiva (fo-
tografavo gare di auto emoto). La passione
è rimasta sopita fino al 2007, anno in cui
un grave incidentemotociclisticomi ha co-
stretto all'immobilità per molti mesi, con
conseguente riflessione su tutta lamia vita
precedente. Da li è scoccata una scintilla
chemi ha portato dove sono oggi. Il destino
ha poi voluto che durante la mia riabilita-
zione io conoscessi Daniele Vertelli, pun-
to fermo della mia evoluzione fotografica.
Senza le nostre rispettive conoscenze non
avremmo mai realizzato il nostro sogno.
Come ho scritto anche sul mio sito nella
biografia, credo davvero che la vita talvolta
èmolto strana, e un evento ritenuto inizial-
mente catastrofico può rivelarsi la spinta
determinante per trovare il coraggio che
credevamo di non avere.
Fotografo dell’anno ANFM: questo tra-
guardo come può cambiare il tuo lavoro?
I titoli sono sempre importanti, perché de-
rivano dal confronto. Inoltre, da un punto
di vista prettamente commerciale, un tito-
lo di fotografo dell'anno Italiano può valere
davvero tanto, se pubblicizzato in maniera
intelligente. Vincere un premio così non
significa che sei il più bravo, intendiamoci,
significa solo che sei sulla strada giusta e
che non ti sei chiuso in te stesso: pensare
di essere il più bravo o semplicemente di
essere arrivato perché te lo dicono gli ami-
ci del circolo è un grave errore. Mettersi in
gioco a livello nazionale, e anche interna-
zionale, è la chiave per avere sempre una
qualità alta in un momento economico in
cui solo chi lavora in maniera eccellente
sopravvive.
Ti piazzi molto bene anche in molti con-
test internazionali: qual è il tuo segreto?
Il segreto è la voglia di mettersi in gioco e di
confrontarsi. Ci vuole anche una certa de-
dizione alla competizione - quella ce l'ho
sempre avuta, anche in moto del resto ma
purtroppo ero molto meno bravo. Spesso
sento discorsi di colleghi, che non parte-
cipano ai contest e che denigrano chi sce-
glie questa strategia, sostenendo che loro
non ne hanno bisogno, e che sono loro i
primi giudici di se stessi. Io credo che que-
sto atteggiamento nasconda l’ipocrisia del
non volersi mettere in discussione - come
la storiella della volpe e l’uva - e porta, con
il tempo, alla chiusura o alla riduzione del
proprio mercato e della zona geografica
operativa, e come risultato probabili diffi-
coltà economiche in caso anche di picco-
le o grandi crisi. Inoltre mettersi in gioco
nei contest internazionali, dove il livello è
molto alto, è uno stimolo senza eguali. Ar-
rivare alle vette là da grandi soddisfazioni,
oltre che commesse di ottima qualità. Ci
sono anche alcuni esempi di grandi foto-
grafi cerimonialisti che hanno scelto stra-
de diverse e non giocano la carta dei con-
test, ma in quel caso si tratta comunque di
professionisti di grande talento fotografico
e dotati di un incredibile acume commer-
ciale, doti che devono essere presenti fin
dalla nascita... non si imparano.
In questo periodo in cui molti faticano a
trovare il loro mercato, che cosa ti senti
di consigliare ai colleghi?
Molti faticano, e parlo ovviamente di fo-
tografi di wedding, perché mancano di
un requisito importante: la qualità. Negli
anni d'oro, gli anni ‘80, tutti lavoravano,
anche chi non aveva un livello fotografico
decente. Oggi, anche grazie al digitale, la
qualità amatoriale si è alzata moltissimo
e ne deriva che la qualità professionale,
per essere pagata, deve essere di livello
assolutamente straordinario. Altri invece,
purtroppo, pur avendo un’ottima quali-
tà, faticano perché si trovano in una zona
geografica poco felice e un trasferimento
potrebbe essere problematico, magari per
motivi familiari. A questi colleghi, che han-
no qualità, dico che l'unica soluzione è non
vincolarsi al mercato locale, italiano, ma di
sacrificarsi anche a fare degli spostamenti
importanti, per recarsi dove il business c'è.
Sono fermamente convinto che la qualità,
il talento, il coraggio e la tenacia pagano
nel nostro settore.
Glauco Comoretto
1...,68,69,70,71,72,73,74,75,76,77 79,80,81,82
Powered by FlippingBook