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na delle sfide che la fotografia si pone è
quella di saper trasportare altrove l’ani-
mo di chi guarda. Luoghi, paesi, paesaggi in
piccolo formato diventano portali in grado di
far viaggiare l’animo e lo sguardo. Quando
ci si sofferma a osservare un’opera di Ansel
Adams risulta difficile, quasi impossibile pen-
sare che il pianeta in cui viviamo possa ancora
sorprenderci e stupirci. Eppure il suo lavoro
ne è la prova. La Terra è maestosa, soprat-
tutto se osservata con lo sguardo di uomini
straordinari.
Adams nasce nella San Francisco dei primi
del ‘900. E’ all’età di quattordici anni che gli
viene regalata la sua prima macchina foto-
grafica, una Kodak Brownie. L’occasione? Una
gita di famiglia allo Yosemite Park, una delle
aree geografiche più selvagge e sorprendenti
degli Stati Uniti. In quel momento nascono i
due più grandi amori della sua vita: quello per
la fotografia e per la natura.
Entrato a far parte dell’associazione ambien-
talista “Sierra Club”, Adams inizia a pubblica-
re alcune fotografie nel Bollettino dell’orga-
nizzazione. Dopo pochi anni riesce a ottenere
la sua prima mostra personale nella sede del
Club a San Francisco, diventandone il fotogra-
fo ufficiale. Grazie al suo amore incondizio-
nato per la natura conosce anche sua moglie
Virginia, grazie alla quale riesce a mettere in
piedi uno studio fotografico tutto suo, oggi
noto come “Ansel Adams Gallery”.