TuttoOttobre - page 70

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ne utilizzando una lastra di rame sulla quale
viene applicato elettroliticamente uno strato
d’argento; quest’ultimo viene poi sensibiliz-
zato alla luce con vapori di iodio. Il processo
di sviluppo invece avviene mediante vapori di
mercurio a circa 60 °C che rendono bianca-
stre le zone precedentemente esposte alla
luce producendo però esalazioni estrema-
mente tossiche. Il fissaggio conclusivo si ot-
tiene con una soluzione di tiosolfato di sodio
che elimina gli ultimi residui di ioduro d’ar-
gento. E pensare che oggi per scattare una
fotografia è sufficiente cliccare sullo scher-
mo touch del nostro smartphone!
Il procedimento di realizzazione di queste
fotografie in embrione sono elegantemen-
te descritti in un trattato del 1940: “Questo
processo si divide in cinque operazioni. La
prima consiste nel nettare e pulimentare la
lamina e renderla propria a ricevere lo stra-
to sensibile. La seconda, nell’applicazione
di questo strato. La terza, a sottomettere
nella camera oscura la lamina preparata a
ricevere l’azione della luce affine di ricevervi
l’immagine della natura. La quarta, nel fare
apparire questa immagine che non è visibile
al suo uscire dalla camera oscura. La quinta
finalmente ha per iscopo di togliere lo strato
sensibile che continuerebbe ad essere mo-
dificato dalla luce e tenderebbe necessaria-
mente a distruggere interamente la prova”.
Ma com’era fatto questo giurassico apparec-
chio fotografico? Beh, immaginatevi uno sca-
tolone di legno con una fessura sul retro dove
poter inserire la lastra di rame e una lente in
vetro e ottone sulla parte frontale. Quest’ul-
tima era inizialmente costruita sullo schema
dell’ottico francese Charles Chevalier e posse-
deva una luminosità compresa tra f/11 e f/16
con una lunghezza focale di 360mm.
Il primo esemplare al mondo di dagherroti-
po commercializzato è una Daguerreotype
costruita nel 1839 dalla ditta parigina Sus-
se Frères. Rimasta nascosta per circa 170
anni, è stata ritrovata per caso da un certo
Wolfgang Haase nella soffitta di suo padre
a Monaco. La Susse Frères mise insieme il
dream-team formato da Daguerre (invento-
re), Charles Chevalier (ottico) e Alphonse Gi-
roux per commercializzare una delle idee più
UN PASSO NELLA STORIA
Daguerre
rivoluzionarie del secolo.
Ma il nome che più di tutti va fissato nella
nostra memoria è quello di Joseph Nicépho-
re Niépce che generò l’idea astratta che la
luce potesse disegnare al posto della mano
dell’uomo. Il fato volle tuttavia che la sua di-
partita arrivasse prima di poter vedere realiz-
zato il frutto dei suoi studi dal socio e amico
Daguerre. Ci rimane solo una delle sue im-
magini, con un tempo di esposizione di quasi
otto ore: “Vista dalla finestra a Le Gras” del
1826 è probabilmente la più antica fotografia
esistente. C’est la vie.
A sinistra,
il ritratto
dello scrittore
Edgar Allan
Poe e, sotto,
la più antica
fotografia
esistente
scattata nel
1826 da Nièpce.
Nell’altra
pagina, il
vagone di Roger
Fenton
1...,60,61,62,63,64,65,66,67,68,69 71,72,73,74,75,76,77,78,79,80,...82
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