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          Il gusto delle persone sta cambiando, Instagram lo sta cambiando, per
        
        
          esempio. Ma chi può influenzare il cambio di questo gusto, se non i
        
        
          fotografi?
        
        
          Insomma non ci sono soluzioni facili o
        
        
          opportunità chiare, bisogna reinventarsi,
        
        
          giusto?
        
        
          Non c’è una soluzione facile e quando si parla di rete difficilmente c’è.
        
        
          Siamo in una fase di transizione, ma ci siamo da 10 anni e non finirà. Il
        
        
          suggerimento che posso dare è quello di ripensarsi prima di approc-
        
        
          ciare un nuovo mondo. Se un fotografo viene in agenzia con un portfolio
        
        
          di fotografie di campagne pubblicitarie io non posso che dire che è bra-
        
        
          vissimo. Ma se mi mostra quel portfolio significa che vuole continuare
        
        
          a fare quello, noi invece non lo facciamo. Non è che non riconosciamo
        
        
          il valore di quel portfolio, ma semplicemente non ci serve quella cosa
        
        
          lì. Ripensarsi significa mettere in discussione tutto il proprio lavoro e
        
        
          non è detto che tutti lo possano o lo vogliano fare. Ripensarsi significa
        
        
          anche capire cosa fanno le agenzie digitali e magari offrire loro servizi
        
        
          diversi. Non è facile perché bisogna prima frequentare il mondo digitale
        
        
          per capirlo e conoscerlo e poi ci si può proporre alle agenzie sapendo
        
        
          quale può essere l’opportunità.
        
        
        
          pensare che una foto non bella non faccia giu-
        
        
          stizia a un prodotto, ma la testimonianza reale
        
        
          è altrettanto importante. L’azienda ora dialoga
        
        
          con dei consumatori attivi.
        
        
          Un fotografo professionista
        
        
          che cosa potrebbe fare per
        
        
          voi?
        
        
          Non è detto che debba fare sempre il fotogra-
        
        
          fo. Può essere un giurato di un concorso, un
        
        
          selettore, un consulente, un editor, un curato-
        
        
          re, per esempio. Oppure può portare la propria
        
        
          conoscenza e professionalità in un progetto
        
        
          digitale. Il web non è una moda passeggera
        
        
          o un fenomeno transitorio, è la nostra desti-
        
        
          nazione. La strada porta ad accogliere nuove
        
        
          prospettive, anche per il fotografo.
        
        
          Pensate a cosa ha fatto il web con le agenzie di
        
        
          viaggio: le ha azzerate letteralmente. Chi viag-
        
        
          gia però oggi sta meglio perché ha un grande
        
        
          potere decisionale: può personalizzare il pro-
        
        
          prio viaggio, cambiare le date, scegliere tutto
        
        
          senza intermediari. Ci possono essere delle
        
        
          nuove opportunità, per il turismo come per la
        
        
          fotografia, bisogna però imparare a coglierle.
        
        
          L’avvicinamento al web può essere difficile. In-
        
        
          stagram nasce perché sul telefono guardiamo
        
        
          foto. Un post visivo o visuale, fotografico o gra-
        
        
          fico, rende 10 volte di più in termini di engage-
        
        
          ment, di partecipazione, perché siamo animali
        
        
          visivi e reagiamo meglio all’immagine piutto-
        
        
          sto che alla parola scritta e sui mezzi digitali
        
        
          l’immagine si vede benissimo e l’interazione è
        
        
          molto facile. Il testo è più impegnativo.
        
        
          È chiaro che il fotografo
        
        
          potrebbe fare un po’ fatica
        
        
          a riconoscersi in questo
        
        
          panorama.
        
        
          Oltre al fotografo e al videomaker abbiamo
        
        
          anche un reparto creativo che in buona par-
        
        
          te produce contenuti visivi per il web. Io non
        
        
          so se questo per un fotografo possa essere
        
        
          un lavoro, ma è lavoro con le immagini: cre-
        
        
          azione, selezione e pubblicazioni. È diverso
        
        
          probabilmente, ma davvero così tanto? Ora si
        
        
          può scrivere con le immagini con tanti mezzi
        
        
          diversi, uno solo di questi è la macchina foto-
        
        
          grafica, ma non è l’unico. Ci sarà un grandis-
        
        
          simo bisogno di visual editor, artist e maker,
        
        
          cioè persone che sanno raccontare attraverso
        
        
          le immagini una storia e quindi si avvicinano
        
        
          molto al lavoro del fotografo.
        
        
          La rete distrugge negozi, attività e professioni,
        
        
          ma al tempo stesso crea. Ci si può difendere
        
        
          e cercare di mettersi al sicuro, se lo si ritiene
        
        
          possibile, oppure ci si può aprire al mondo di-
        
        
          gitale e porsi come interpreti e autori di un’at-
        
        
          tività nuova. Ci sono tante opportunità.