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fortuna di studiare quando l’arte digitale non
era ancora così presente e l’atmosfera era
quella dell’accademia di una volta. A Brera
ho fatto un corso di fotografia e da lì è nata
la passione.
Come sei arrivata a specia-
lizzarti nel fotoritocco?
Ho iniziato subito a lavorare come assistente
e con il fotografo Carlo Bevilacqua ho fatto i
primi passi nel fotoritocco. Mi sono appas-
sionata e ho iniziato a fare dei corsi serali di
Photoshop. Per esperienza ho capito che la
cosa più importante è guardare un professio-
nista che lavora, certo ci vogliono delle basi,
ma osservare è incredibilmente educativo.
Ti sono serviti i tuoi anni
di studio?
Ho capito che il fotoritocco è anche disegno
perché devi davvero saper disegnare e cono-
scere l’anatomia umana per riuscire a fare
dei ritocchi credibili e lavorare ai volti e ai
corpi delle persone. Devi dare i giusti volumi
e non è facile. Il mio percorso artistico mi ha
aiutato moltissimo perché quando ho iniziato
con il fotoritocco sapevo già fare queste cose.
In America come ci sei arri-
vata?
Sono stata al famoso Festival di fotografia di
Arles. Lì arrivano i fotografi di tutto il mondo,
tra loro ho conosciuto anche Michael Grecco
che è diventato il mio sponsor per andare a
Los Angeles. Ho sentito che seguirlo artisti-
camente poteva essere la mia occasione di
dare una svolta alla mia vita. Amo Milano, ma
Argentum by Guido Argentini