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CARLO BORLENGHI
UNA VELA POETICA
Poi è arrivata la vela mondiale, quella
da Formula Uno. Dal Garda e dal mare
italico hai navigato oltre il Mediterraneo
affrontando i mari più impetuosi. Ma le tue
immagini ci raccontano una vela talvolta
intrisa di poesia. Riesci a riprendere
dettagli artistici anche nel caos di una
competizione. Quanto vale l’attimo fuggente
in questi casi?
La foto di fortuna non fa un fotografo bravo, il “lucky shoot” può capitare a
chiunque e non è detto che questo diventerà per forza un bravo fotografo.
Le foto vanno pensate a priori e bisogna saper aspettare che le condi-
zioni ti permettano di realizzare quello che avevi in mente di poter fare.
Gli stessi tagli, se li hai pensati, diventano molto più facili da fare anche
durante la ripresa. È qui che bisogna arrivare, se scatti solamente quello
che ti passa di fronte e non sai il perché sarai sempre un fotografo che
non riuscirà mai a sfondare nel suo settore.
In alcune tue immagini vi sono ombre,
profili e altri elementi urbani che
ricordano le vele delle barche che hai
fotografato per tanti anni. Parlaci di
questa ricerca che solo un occhio allenato
riesce a cogliere con tanta creatività.
Sei sempre costretto a fare delle cose commerciali per i vari sponsor
per cui lavori e la tua testa ha anche bisogno di fare qualche cosa per te
stesso, senza che tu abbia un immediato ritorno economico. Io gioco con
la macchina per realizzare queste foto; è un esercizio che mi serve anche
per aprirmi la mente e vedere il tutto con un occhio differente.
Dalla pellicola al digitale, un passo
obbligato. Cosa è cambiato nel tuo modo di
vedere il mare? E cosa ne pensi della post
produzione digitale?
Non molto, anzi sono sempre stato all’avanguardia sui sistemi di tra-
smissione foto per raggiungere un quotidiano da qualsiasi parte del
mondo. Sono stati gli anni in cui ho trovato il maggior numero di clienti.
Ma non ero un esperto di informatica e i miei primi fornitori sono riusciti
a pataccarmi delle cose che non ho mai avuto la fortuna di usare. Mi
hanno venduto, ai tempi, un modem ISDN grande come una valigia, ma
la linea ISDN in Italia non esisteva ancora.
Riguardo alla post produzione sono del parere che rappresenta altre ore
di lavoro che sommi alla tua giornata lavorativa, e purtroppo si è instau-
rata la psicosi di chi arriva prima e non della qualità che potresti creare.