Da quella per il mare è nata quella per la fotografia
subacquea. E poi è arrivata anche l’Africa e per finire
i viaggi intorno al mondo
di Monica Papagna
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LE PASSIONI? LA MIA STRADA
CARLO MARI
Una carriera iniziata proprio sott’acqua: pri-
ma la passione per il mare, poi per la fotogra-
fia e infine per l’Africa e i viaggi. Perché si vive
di passioni...
Ovviamente iniziamo con la
domanda di rito: come ti sei
avvicinato alla fotografia
subacquea?
A 14 anni, quando ero in grado di alzare un paio
di bombole, sono entrato nel club subacqueo
di mio fratello. Il mare infatti è sempre stato
la mia passione. Poi, piano piano, ho iniziato
ad appassionarmi alla fotografia e a stampare
in camera oscura. È quindi venuto spontaneo
portare la macchina fotografica sotto l’acqua,
per unire le mie due passioni. Da lì a vende-
re le foto alle riviste, il passo è stato breve. Ho
lavorato per molti importanti magazine di set-
tore come Mondo Sommerso, Sub, Subacuqeo,
tutte le riviste francesi e tedesche. Il lavoro più
importante l’ho fatto con Mondo Sommerso, per il quale mi occupavo di
scrivere i testi. Del resto, sono un viaggiatore, quindi ho una certa predi-
sposizione al racconto.
Esiste ancora un mercato
per la fotografia subacquea?
Assolutamente no. Ci sono ancora molti giornali che lavorano con la su-
bacquea, ma vivono con le foto degli appassionati e delle banche immagini.
Un fotografo professionista ovviamente non si può permettere di lavorare
esclusivamente in questo settore. Ci sono, credo, al massimo quattro o
cinque fotografi al mondo che si occupano solo di quello. Altri professioni-
sti invece lavorano principalmente in altri settori e tengono la subacquea
come secondo lavoro. I miei figli hanno sempre vissuto all’estero, da pro-
fessionisti della subacquea (uno è anche fotografo) e io quando andavo a
trovarli ne approfittavo sempre per fare anche qualche foto.
Dopo anni di lavoro che hai abbandonato
cosa ti ha fatto riprendere?
