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di Luca Pollini
L’EXPO, IL GRANDE
EVENTO SECONDO NOI
Un’opportunità per fare il giro del mondo. Un po’ meno per capire
a fondo i problemi della nutrizione e della produzione del cibo.
Un luna park a tema. Da visitare però...
IL CASO
A
metà del suo cammino si può tranquilla-
mente sostenere - senza timore di essere
smentiti - che Expo qualcosa di buono l’ha fatto.
Ha portato innanzitutto energia, voglia di fare,
orgoglio di mettersi in mostra nell’accogliere e
raccontare il proprio Paese attraverso il cibo.
Percorrendo il cardo e il decumano, i due assi
viari dello spazio espositivo nella periferia mila-
nese, si ha una rassegna completa dei prodotti
alimentari di buona parte del mondo, una vetri-
na che offre ai visitatori stranieri una panora-
mica più che esaustiva, una grande narrazione
espositiva della specificità e della ricchezza dei
territori della Terra. Ma a Milano i 144 Paesi
del mondo dovrebbero discutere di sicurezza e
spreco alimentare, di gestione delle risorse idri-
che, di malnutrizione, di cattiva alimentazione.
Il tema scelto per questa esposizione “Nutrire
il Pianeta – Energia per la vita”, cioè combatte-
re la fame nel mondo, è un obiettivo molto alto
che - si spera - dovrebbe guidare le prossime
scelte politiche in tutti i campi, non solo in quel-
lo della politica estera. Un tema sicuramente
nobile che forse buona parte dei visitatori di
Expo – ma in alcuni padiglioni anche qualche
espositore – ha perso un po’ di vista. Sì, per-
ché Expo, in certi momenti, può essere scam-
biato anche per un grande luna park: musica,
giochi, rumori, grida, folla, parate, cartelloni,
spazi commerciali. Quasi tutti i padiglioni, del
resto, hanno bar e ristoranti aperti, e la gen-
te, con bicchieri e aperitivi, sciama verso le
aree verdi e le gradinate che corrono lungo i
canali, cercando un po’ di fresco tra le archi-
tetture dei padiglioni. Un impatto spettacolare
e caotico che poco dovrebbe avere a che fare
con un evento internazionale che – tra l’altro
Shaul Ben Aderet