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di Edoardo Sansonne
TE LO DO IO IL SERVIZIO
Come nascono i servizi di moda? Ce lo spiega Carlo Ortenzi, da
quindici anni uno dei più affermati fashion editor che, oltre
agli abiti e alla location, sceglie anche il fotografo più adatto
D
a Maxim fino a Sportweek Carlo Ortenzi è da quindici anni uno
dei protagonisti dell’editoria di moda milanese. Ma come avviene
la creazione di un servizio di moda? Dalla scelta degli abiti, fino alla
gestione del set e del fotografo è tutto nelle sue mani. Ecco come un
professionista del mestiere gestisce la situazione.
Come sei diventato fashion editor?
Nel ‘99, dopo essermi laureato in Psicologia e Sociologia alla Sapien-
za di Roma, ho deciso di trasferirmi a Milano, la citta dove tutt’oggi
vivo e lavoro. Frequentando un corso di fashion editing ho imparato le
tecniche del mestiere, anche se il buon gusto non si impara di certo
a scuola. Il 21 marzo del 2000 ho iniziato a lavorare con il mio attuale
capo, Alessandro Calascibetta. Ho sempre voluto fare moda uomo,
è più difficile non cadere nel banale o nell’eccesso. Il mio lavoro è
in equilibrio, rivolto a uomini veri e concreti ma comunque aperti a
sperimentare la moda.
Da dove prendi ispirazione
per un servizio?
Le idee le partorisco prendendo ispirazione
da fotografie, mostre, sfilate piuttosto che
da una location o un film. Tutto ciò che vedo
e che mi sta intorno può essere un ottimo
spunto dal quale partire per sviluppare un
servizio. Poi inizio a pensare a che tipologia
di moda voglio fare e subito me la immagino
proiettata su chi dovrà indossarla. La scelta
del modello è essenziale, una bellezza par-
ticolare può significare tutto per uno scatto.
Cerco sempre di non perdere mai di vista il
mio ruolo quando sviluppo un progetto: il mio
scopo è rinnovare, portare nuove idee dalle
quali il lettore possa prendere spunto.