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Fotochiosco:
uno strumento di crescita
Una proposta per accettare le sfide del mercato che cambia.
I sistemi di stampa self service, specie se usati con lungimiranza,
possono supplire al calo del fatturato di altri settori
l primo fotochiosco fece la sua comparsa una de-
cina di anni fa. La rivoluzione digitale muoveva i
suoi rapidi passi. Molti la vedevano più un nemi-
co da cui difendersi piuttosto che una opportu-
nità da sfruttare. Stessa diffidenza verso il foto-
chiosco. Considerato più un fastidio in negozio
piuttosto che un servizio, un valore aggiunto da offrire
al cliente; unmodo per richiamarne di nuovi in negozio,
pescando in altri ambiti, diversi da quelli tradizionali.
“…Nostri associati – ci ha detto Dario Bossi, presidente
Ascofoto – Hanno preso dei chioschi e li hanno messi
nelle discoteche. Però li gestiscono in prima persona
e questo ha permesso loro di agganciare clienti nuovi,
chemai sarebbero entrati nei loro negozi…”. Già questo
è un successo. Starà, poi, all’abilità dell’esercente far sì
che il cliente ritorni, soddisfatto del servizio e delle pro-
poste offertegli. E’quella che nei manuali di marketing è
chiamata “customer care”, in altre e più semplici parole:
cura del cliente. Un cliente soddisfatto, non c’è bisogno
di aver studiato alla Bocconi per saperlo, ritorna.
Sono passati più di dieci anni e il continuo migliora-
mento dei fotochioschi ne ha fatto strumenti facili da
usare, anche da parte di chi non è particolarmente
esperto. Ciò ha trasformato quell’attrezzatura, vista
dapprima come nemico o fastidio, in un buon socio in
affari. Almeno per chi ha saputo cogliere l’occasione.
Ma il fotochiosco non si è limitato ad essere quel ter-
minale un po’ misterioso, attorno al quale il cliente si
affaccendava con timore. Col tempo è migliorato ed
ha acquisito sempre più nuove funzioni. Queste sono
altrettante nuove possibilità di soddisfare le richieste
del cliente e di fare nuove proposte. Anche la sempli-
cità d’uso è migliorata per venire incontro a quanti non
sanno di computer e digitale. Quella che in gergo è
chiamata interfaccia utente, cioè lo schermo digitando
sul quale il cliente accede alle varie possibilità offertegli
dal menù, è migliorata, diventando sempre più di uso
intuitivo. Oltre che andare a suo vantaggio, i migliora-
menti introdotti nei fotochioschi di ultima generazio-
ne, sono anche andati a vantaggio del fotonegonziante
che li ha acquistati. L’equazione è semplice: il cliente ha
meno bisogno di assistenza, il negoziante ha più risor-
se di tempo da impiegare per mantenere o aumentare
il suo giro d’affari. Questo, specialmente nei tempi che
stiamo attraversando, non è vantaggio da poco.
Interfacce più semplici, quasi videogiochi, ma non solo.
Grazie al sempremaggior numero di persone collegate
in rete e al contemporaneo miglioramento delle reti e
alla diffusione di linee veloci, il fotochiosco può entrare
come servizio nella casa di quanti hanno il desiderio di
stampare le proprie immagini, magari in un album, in
un fotolibro o su qualsiasi altro oggetto. Secondo re-
centi analisi di mercato, fornire al cliente il software,
i programmi necessari per accedere alle potenzialità
del chiosco, direttamente dal computer di casa, può
generare reddito per il fotonegoziante che si ponga
come punto centrale di tale flusso. Punto di consegna
dei prodotti ordinati in remoto dal cliente; punto nel
quale trovare un esperto di fotografia, il negoziante, in
grado di dare consigli e indirizzare scelte. Dal paventa-
to concorrente, il fotochiosco può diventare un ottimo
alleato del fotonegoziante.
LA STAMPA
fotografia
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di Marina Macrì e Edo Prando