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Il libro fotografico è per tutti
Il libro fotografico può essere una nuova risorsa per il negozio.
Programmi d’impaginazione semplici e diffuso accesso alla Rete ne decretano
il successo. Si torna a stampare, anche se in maniera diversa dal passato.
igiti su Google la parola Photobook
e accedi a settecento settantuno
mila pagine, e sono solamente le
pagine che riguardano l’Italia. Se
estendi la ricerca a tutto il mondo
del web, le pagine sfiorano i qua-
rantuno milioni. Sono dati che dimostrano, senza
possibilità di equivoci, l’interesse verso il prodotto:
sia da parte di chi lo propone, sia da parte di chi lo
utilizza. Si tratta di pagine in cui sono offerti dati e
chiesti consigli sull’argomento. Sono pagine nelle
quali le aziende del settore forniscono informazioni
e propongono prodotti. Grazie al digitale è nato il
fotolibro. E’ il prodotto che ha relegato l’album di fa-
miglia tra le gozzaniane “figure sognanti in perples-
sità…” assieme al “dagherrottipo”.
In principio c’era una diffusa sfiducia in questo ogget-
to. A ciò hanno contribuito due fattori: la grande sem-
plicità con cui ognuno di noi può costruirlo; il desiderio
di vedere le proprie immagini stampate in un oggetto
che è un vero libro, non solamente fotografie appicci-
cate a fogli di album. Un volume che si può mettere
in libreria, accanto a quelli stampati tipograficamente,
magari con i ritratti di Avedon o i paesaggi di Adams.
Oltre ad essere un bell’oggetto e a soddisfare l’auto-
re, il fotolibro o photobook che si voglia chiamare, è
un’opportunità di lavoro per quanti hanno un nego-
zio di fotografia. In epoca di fotografia digitale, la pro-
verbiale casalinga di Voghera non deve più far stam-
pare l’intero rullino per vedere quali foto sono venute
bene e quali no. Le vede direttamente nel display del-
la macchina fotografica. E a quelle venute male non
concede la dignità di stampa. Per questo motivo un
prodotto su cui si reggeva in buona parte il lavoro del
fotonegoziante, la stampa standard, è venuto meno.
Non è venutomeno, in chi fotografa, il desiderio di ve-
dere messe su carta le foto più belle del nipote, delle
vacanze, del figlio. Oggi le pagine di un fotolibro sono
la loro destinazione naturale.
E’ un prodotto che molti negozianti guardano ancora
con sospetto – ci hanno detto in molti - pensano che
sia un loro concorrente, visto che ognuno lo può fare
da sé sul computer e ordinarlo via web. Non pensano
sia un valore aggiunto del loro lavoro, che possono
spendere per fidelizzare il cliente. Un valore aggiunto
che consiste in consigli sulla scelta delle fotografie,
sulla migliore impaginazione, sul tipo di fotolibro da
scegliere. Il settore è una vasta galassia che offre di
tutto: programmi gratuiti per impaginare da sé; rile-
gature che vanno da quelle più semplici a quelle più
sofisticate; carte dalle varie superfici; formati che van-
no dal rettangolare al quadrato, dal classico a quel-
lo mini. Ci sono anche i cosiddetti booklet, semplici
raccolte di foto legate a brochure che rappresenta la
forma più semplice e sempre più utilizzata per con-
servare le immagini scattate. Il risultato è sempre un
prodotto molto personalizzato, come il vecchio al-
bum di famiglia, nel quale la disposizione delle foto ri-
specchiava il gusto di chi le appiccicava, ma che gode
della perfezione e della piacevolezza di un prodotto
professionale.
La vastità delle soluzioni e la facilità con cui possono
essere realizzate sono un territorio ancora poco esplo-
rato. Le occasioni da cogliere sono ancora molte, a
disposizione di chi sa fiutare il vento del mercato. L’of-
ferta di attrezzature, materiali, soluzioni di ogni tipo è
molto vasta: le pagine di questo numero sono anche
guida e vetrina per conoscere quanto propongono le
aziende che operano in questo specifico settore.
LA STAMPA
fotografia
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