PhotoFood - page 42

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tesco e insegnamenti zen, la professionalità
del geniale Alain Passard diventa una sorta
di metafora dell’esistenza e del saper vivere.
Vediamo il cuoco aggirarsi tra i collaborato-
ri, suggerendo loro di preparare o mescolare
con maggior concentrazione, oppure di os-
servare ciò che stanno cucinando prestando
sempre e comunque attenzione anche all’a-
spetto della pietanza
che stanno per ser-
vire: come sappia-
mo l’occhio vuole la
sua parte e un piatto
esteticamente sgra-
devole verrà penaliz-
zato prima ancora di
toccare il palato dei
commensali.
Scopriamo che Pas-
sard si occupa an-
che di agricoltura
“consapevole”: qua-
le modo migliore di
avere un controllo
anche sulla qualità
delle materie prime?
Il buon Christophe
Blain diventa un fre-
quentatore abituale
de L’Arpége, in qua-
lità di ospite privile-
giato visto che pranzi
e cene gli vengono
amabilmente offerti.
Nell’ultima pagina di
questo (è il caso di dirlo) squisito graphic no-
vel vediamo Alain Passard e Christophe Blain
a passeggio. Il disegnatore chiede al cuoco:
“Tu non vai mai in vacanza?”. Risposta: “Mai.
Le vacanze sono per gente che lavora. I miei
week-end incampagna mi bastano... Ah! Ah!
Ah! Noi sì che facciamo la bella vita!”.
Sì, una gran bella vita.
FUMETTO
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