Si è svolta ieri in Triennale la Lectio Magistralis con Settimio Benedusi organizzata dall’AFIP – Associazione Fotografi Italiani Professionisti e dal CNA Professioni.
Ha aperto l’incontro l’attore Giorgio Ginex che ha letto brani di Roland Barthes e Tiziano Terzani. A ruota sono comparsi saltellando Settimio Benedusi e Fabio Novembre vestiti rispettivamente da Pinocchio, con tanto di orecchie da asino, e Lucignolo.
Perché si è vestito da Pinocchio? Perché si sente l’ultimo della classe, perché la sua lezione veniva dopo quelle di grandi personaggi della fotografia come Ferdinando Scianna, Oliviero Toscani e Giorgio Lotti. E poi perché un fotografo dice un sacco di bugie e forse la fotografia è tutta una grande bugia.
Come ha fatto Settimio Benedusi a ritrovarsi tra i grandi della fotografia italiana? Ha letto tanto e ascoltato tanto. Perché la fotografia è cultura e se si guarda il Grande Fratello si vedrà nei lavori fotografici, se invece si legge “La Fotografia” di Ugo Mulas e “La perla” di Steinbeck nelle foto si vedrà molto altro.
Gli piace utilizzare la parola “serendipity” che in italiano non ha un corrispettivo, ma che in pratica significa andare a cercare fragole e invece trovare mele. Trovare mele non è per forza negativo, trovare mele può significare sfruttare una situazione scomoda, o un errore, per trovare e provare qualcosa di nuovo.
Fotografa Melissa Satta ed Elisabetta Canalis senza luce, di sera, in un mare circondato solo da piccole lampadine della costa circostante, proprio per trovarsi in una situazione scomoda e vedere cosa succede.
Il suo blog vanta più di 5.000.000 di pagine visualizzate ed è sicuramente uno dei motivi del suo successo, la rete gli ha dato una visibilità probabilmente inaspettata e gli ha permesso di far parte di questo network di incredibili professionisti.
L’incontro si è concluso con una considerazione sulla fotografia: perché non ci sono fotografi italiani che lavorano per riviste italiane? Anna, Elle, MarieClaire, Donna Moderna e tutte le altre utilizzano fotografi stranieri, perché non Toni Thorimbert o Giovanni Gastel? Sicuramente uno spunto su cui riflettere abbondantemente.