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Una foto è per sempre

By   /   31 marzo 2018

La fotografia di matrimonio secondo Juan Carlos Marzi, un fotografo che con il suo stile e la sua passione racconta il giorno del sì attraverso scatti che durano tutta la vita

Il giorno del matrimonio è fatto di attimi indimenticabili, sorrisi, emozioni, piccoli grandi gesti che solo un fotografo preparato e appassionato riesce a cogliere e a congelare in uno scatto. Come sa fare Juan Carlos Marzi che con i suoi reportage riesce a raccontare quella particolare giornata che resterà per sempre indelebile nella vita degli sposi. Una bella responsabilità, non c’è che dire. Lo abbiamo intervistato per sapere di più sul suo percorso professionale e sul suo stile.

Come e quando ti sei avvicinato al mondo della fotografia?
Il mio primo contatto con l fotografia è stato all’età di 14anni, quando mio padre, non sapendo come rispondere alla mia domanda “come posso portarmi a casa questo ricordo?” prese l’auto e tornò poco dopo con la mia prima macchina fotografica. Era una Minolta dell’83.

Quando hai iniziato a occuparti di fotografia di matrimonio?
Dopo le superiori feci uno stage presso la Graphistudio, leader mondiale di Album per matrimoni. Fui messo in una postazione di postproduzione. Avevo 20 anni e l’idea di stare seduto non mi è mai piaciuta. In quel periodo l’azienda aveva appena acquistato il Castello Ceconi. Vedendo passare il “capo”, lo fermai e chiesi se voleva delle foto del castello. Mi diedero una macchina fotografica e mi mandarono a fare le foto. Piacquero molto. Da lì la decisione di creare una sala dove poter fare fotografia di marketing. Mi proposero la sala, l’attrezzatura e un contratto. Nei tempi morti curiosavo nelle cartelle dei vari fotografi di matrimoni client i dell’azienda. Qualcuno di questi mi impressionò per la loro bravura e stile personale. Decisi di provare.

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Chi ha ispirato la tua fotografia? Quali sono i tuoi fotografi di riferimento?
Una di queste fotografe clienti di Graphistudio mi impressionò particolarmente. Sia per le foto sia per la sua bellezza. La conobbi ad un workshop organizzato dall’azienda. Il suo stile era completamente diverso dal concetto di “fotografia di matrimonio” che conoscevo. Iniziammo a scriverci  via chat, ci conoscemmo e finii in Spagna a lavorare con lei. Se faccio questo tipo di fotografia lo devo a lei. Susana Barbera, una delle migliori al Mondo. Dedicandomi anche alla street photography amo Cartier Bressone Alex Webb. Ho appena concluso un percorso formativo di fotogiornalismo di due anni con Valerio Bispuri, che ammiro tantissimo.

Cosa ne pensi del settore e come, secondo te, si è evoluto negli ultimi anni ?
Parlando di fotografia di matrimonio ho notato due cose: la prima è che tante persone hanno comprato una macchina fotografica e vi ci sono tuffate a capofitto pur di guadagnare qualche soldo in più, magari facendo o come secondo lavoro, senza competenze o titoli di studi o. Ciò ha incrementato un mercato, rendendolo satollo e portando avanti la filosofia del “prezzo al ribasso” e usando a sproposito la parola “weddingr eportage”. La seconda è che, chi lo fa davvero per lavoro, aggiornandosi continuamente, proponendo il vero reportage di matrimonio ed uno stile ben distinto, sta creando delle vere e proprie opere. Sia a livello marketing sia a livello di prodotto. Ciò mi fa sperare molto.

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Che stile prediligi per immortalare il giorno del sì ?
Amo e ho studiato il fotogiornalismo. Leggo molti libri a riguardo, seguo quotidianamente quello che i grandi propongono. Amo la composizione in una fotografia. Cerco di portare questo punto di vista anche nel matrimonio. D’altronde è una serie di “situazioni “da raccontare, con il soggetto che amo di più: le persone.

Come lavori durante l a giornata del matrimonio?
Mi piace lavorare da solo, mescolarmi tra la gente, sparire e rubare le immagini, divertirmi con la luce e gli invitati, io la mia macchina fotografica e la mia visione delle cose, lasciando fluire gli eventi, essere presente sempre al momento giusto per poi sparire di nuovo. Penso che debba essere un giorno di festa per tutti, per me di divertimento e professionalità al tempo stesso. D’altronde a fare un servizio fotogiornalistico dall’altra parte del mondo ci si va sempre soli e con discrezione, solo così ci si può immergere completamente nella storia che si vuole raccontare. Mi avvalgo di un assistente e di un collaboratore solo se “costretto” dalla particolarità dell’evento e se richiesto. Voglio sempre e comunque offrire un servizio di ottima qualità.

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Come instauri la relazione con gli sposi? Come si svolgono gli appuntamenti prima del matrimonio?
Le coppie solitamente mi contattano via e-mail. C’è uno scambio di informazioni e se interessati fissiamo un appuntamento presso il mio studio. Qui ci si conosce e si chiacchiera sull’evento, mentre sfogliano qualche album. Solitamente si finisce sempre con un aperitivo.

Cosa ti senti di consigliare a chi deve scegliere un fotografo per il proprio matrimonio?
Vorrei dire solo una cosa: tra tutti i fornitori del vostro matrimonio, il fotografo è colui che vi darà un prodotto che terrete tutta la vita. Pensate bene a questa cosa. Scegliete sempre un professionista, e soprattutto scegliete uno stile ben definito, che vi rappresenti, quali à nello scatto più che nella “confezione”. Vanno bene le super offerte, ma non cascate nel tranello “sono solo fotografie, le può fare chiunque”. Guardatevi anche gallerie di fotografi stranieri, vedrete che la fotografia di matrimonio può essere fatta anche senza troppi “fronzoli” e arrivare dritta al cuore emozionandovi per tutta la vita. Diamo valore alla Fotografia, quella vera, la mia passione!

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Come avviene la scelta delle foto?
Essendo un fotografo di matrimoni fuori dal comune, solitamente porto a casa non più di 1500 foto a servizio. Per me sono tantissime, per la maggior parte dei miei colleghi sono pochissime. Col digitale si può esagerare. Ma ho una mia filosofia e odio scattare in continuazione. Di tutte queste foto poi ne seleziono un terzo da consegnare ai clienti, in base a rilevanza, composizione e luce.

Che attrezzatura utilizzi peri tuoi reportage?
Amo viaggiare leggero, non essere etichetta o come “il fotografo” perché ha cinque macchine al collo! Nei miei servizi uso un corpo macchina con il mio obiettivo preferito, il 24mm. Difficile da usare, è uno dei migliori per fare reportage. Chiaramente in borsa ho sempre un altro corpo macchina e altri due obiettivi. L’attrezzatura aiuta molto ma non fa il fotografo.

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Che software usi per la post produzione? Preferisci il b/n o il colore?
In postproduzione uso Lightroom. Se devo fare qualche correzione uso Photoshop. Voglio sempre un’immagine fedele alla realtà. Amo il bianco e nero ma da poco ho scoperto la complessità e l’eleganza del colore.

Chconsigli ti senti di dare a chi si avvicina a questo genere di fotografia?
Sinceramente direi di lasciar stare! Ma se è la vostra vocazione, fatelo sempre al meglio, imparate dai grandi, siate umili e create un vostro stile personale, riconoscibile, non omologatevi a ciò che vedete. Abbiate rispetto per tutti e fatevi un po’ di gavetta. E soprattutto fatevi un corso di web marketing!

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