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Venezia – Visioni e illusioni

By   /   21 maggio 2015

Inaugura il 6 giugno presso lo Spazio Punto Ottico di Vicenza la mostra del fotografo Ivano Mercanzin che espone scatti in bianco e nero di una insolita Venezia by night

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Il 6 giugno alle ore 17.00 presso lo Spazio Punto Ottico in contrà Manin 22 a Vicenza, vicino a Piazza dei Signori, verrà inaugurata la prima personale di fotografia di Ivano Mercanzin. Saranno esposte le ultime produzioni, rigorosamente in bianco e nero, di Venezia di notte e di giorno, ma non la solita città rappresentata nella sua veste turistica e scontata, vista e rivista, ma una Venezia insolita solitaria, meditativa, soffusa,  di notte, quando anche i  rumori sono ovattati e le poche persone che la animano sembrano quasi inconsistenti , rarefatte nel loro incedere. Al contrario di giorno, caotica, anche rumorosa, persone che si muovono da tutte le parti, personaggi originali che ne determinano la sua caratteristica di unicità, mentre le imbarcazioni solcano i canali,  la gente sosta nei campi e passeggia tra le calle. Città e persone catturate, cristalizzate, fissate e bloccate con il tasto STOP come in un frame di un mini movie. Sono prese dalla e nella strada nelle loro normali abitudini, nel loro quotidiano corso vitale e creano racconti la cui foto è solo l’incipit che la nostra immaginazione poi completa a suo piacimento e in totale libertà.

La mostra rimarrà aperta fino all’11 luglio:
lunedì dalle 15,30 alle 19,30
martedì-mercoledì-giovedì- venerdì-sabato
dalle 09,00 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,30
domenica: chiuso
www.ivanomercanzin.it

Ivano Mercanzin di Montecchio Maggiore (VI) approda il 31.12.11 nello straordinario  mondo della fotografia e subito ne è travolto:  luci, ombre, figure, segni, graffiti, oggetti insignificanti, bianco e nero, colore ogni cosa attrae la sua attenzione. Filtra, isola, cristallizza e come un alchimista le immagini fuoriescono prepotenti e invadono lo spazio librandosi negli anfratti della memoria.

Tra spiritualità e tecnologia
Bisogno di comprendere, indagare, fotografare. Scoprire movenze,corpi, città, luoghi di dimore incantate. Voglia di conoscenza tecnica, macchine che rendono visibile, tangibile un progetto “visivo-visionario” conosciuto solo all’autore. Il fotografo tenta, lotta, scatta vuole sconfiggere il dubbio del risultato finale. Così Ivano, scava, si installa, insegue tracce di vita, fissa luci e ombre. A volte dialoga da lontano con figure assorte e primi piani mai banali : visi capaci di trasmettere una scelta. Ed ecco backstage tanto improvvisati quanto vivi , il minimal di una postura, lo svolgersi di un gesto si alternano alle sonorità della pittura, quadro nel quadro. Si susseguono paesaggi aspri e assolati, trafitti, cui contrastano ombre profonde, schive, quasi timorose di mostrarsi in lotta contro la soverchiante potenza della luce. Poi in altri lavori ritroviamo linee morbide, precise geometrie di oggetti ; e brume , rassicuranti vapori ancestrali, salgono da mari, fiumi e stagni : là dove si annida da sempre la vita. L’urgenza di vedere si quieta. Un giudizio. Un’ultima cosa resta da fare : si deve mettere ordine al progetto, catalogare, rifinire, tagliare, sospendere. Il coraggio di offrire agli altri una fotografia,figlia di un cammino noto solo a Ivano e forse neppure a lui. E siamo solo all’inizio di questa ricerca.
(Giuseppe Iovio – maestro pittore)

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